Quando si parla di ecologia e di “green” una delle prime cose che viene in mente è lo smaltimento dei rifiuti. Ci sono, infatti, tantissimi materiali che, una volta diventati inutili, dovrebbero essere smaltiti in maniera corretta per far sì che non inquinino.
Tra i vari materiali “delicati” da questo punto di vista possiamo vedere sicuramente gli strumenti tecnologici, come computer o telefonini. Partendo proprio da questi ultimi, una inchiesta compiuta da Altroconsumo ha messo in evidenza come per costruire un telefonino del peso di 100 grammi si usino circa 30 kg di materiali, tra i quali molti tossici. Per far fronte a questo problema varie aziende hanno iniziato a sviluppare smartphone ecologici, come il Samsung Blue Earth o l’Optimus G di LG.
Passando ora ai computer, lo smaltimento di questi è una procedura che va fatta con estrema attenzione, perché i componenti interni sono molto inquinanti se lasciati in natura, con il rischio di formare una vera e propria discarica a cielo aperto. La soluzione migliore, se non si volesse prendere la briga di smaltire un computer, è quella di donarlo, magari a delle associazioni che possono usarlo internamente, oppure venderlo, oppure ancora estrarre alcune parti che possono ancora essere utili (come la RAM o la scheda video) e procedere a smaltire tutto il resto.
Quando si parla di smaltimento computer si parla anche di RAEE (acronimo di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Tali rifiuti, in passato, dovevano essere portati presso delle eco-piazzole comunali, oggi invece, nel caso in cui si decida di acquistare un nuovo PC, possono essere dati indietro al venditore, che si occuperà in prima persona del corretto smaltimento (anche se la spesa è a carico dell’acquirente, per un costo di circa 3,5 centesimi di euro per chilo di rifiuto). Per maggiori informazioni sui centri RAEE, si può andare sul sito ufficiale.